Tutti a caccia del test: con l’emergenza sanitaria scatenata dal SARS-CoV-2 si moltiplicano le richieste per scoprire se si è positivi alla Covid-19. Innanzitutto va detto che, in caso di dubbio sul proprio stato di salute, è necessario contattare il medico di base. Sono poi le autorità sanitarie a stabilire i soggetti da sottoporre agli esami, con regole diverse da regione a regione.
Detto questo, spesso c’è un po’ di confusione quando si parla di Coronavirus, tamponi e di test sul sangue: ecco come funzionano, a cosa servono e qual è la differenza tra questi due tipi di analisi.
IL TAMPONE: come funziona e a cosa serve
Con un tampone viene prelevato dalla gola un campione di muco o saliva, oppure dal naso le secrezioni nasali. Dopo essere stato messo in un gel, il tampone viene mandato ai laboratori della sanità pubblica, che con test molecolari ricercano l’RNA virale. Nel giro di un arco temporale che va dalle 4 alle 8 ore lavorative si ha l’esito dell’analisi del tampone: se è positivo vuol dire che la persona, anche se presenta sintomi lievi o non presenta affatto le tipiche avvisaglie del Coronavirus, ha un’infezione in corso e quindi può trasmettere agli altri agenti patogeni favorendo il contagio.
TEST SIEROLOGICI PER LA RICERCA DI ANTICORPI (Analisi del sangue)
Diverso il discorso per le analisi del sangue che ricercano gli anticorpi sviluppati a seguito dell’esposizione al Coronavirus. Si tratta di un normale prelievo ematico che permette di esaminare la presenza della risposta immunitaria: per ogni virus il nostro corpo infatti sviluppa una particolare reazione anticorpale e lascia traccia anche a distanza di molto tempo.
In particolare gli esperti guardano due tipi di immunoglobuline, che però sono riscontrabili solo dopo un periodo finestra, cioè quel tempo, ancora non noto per la Covid-19, che trascorre dal contatto col virus alla manifestazione degli anticorpi nel sangue:
• le IgM, indicano una fase attiva del virus e compaiono precocemente ma scompaiono generalmente in modo veloce. In sostanza se sono presenti indicano che il soggetto ha un’infezione in corso
• le IgG, al contrario, salgono con il passare del tempo e rappresentano una sorta di “memoria immunitaria” delle infezioni.
L’esito di questo tipo di test sierologico è utile per studi epidemiologici, ma deve essere confermato da tampone, che indica se il soggetto è ancora infetto o se è guarito del tutto negativizzando il virus. E’ possibile infatti essere guariti clinicamente, ossia non presentare più i sintomi, ma avere ancora il virus attivo nel proprio corpo con il rischio di poter contagiare gli altri.
Attualmente, in regione Campania, è possibile effettuare la ricerca dell’RNA virale tramite tampone ESCLUSIVAMENTE nelle aziende ospedaliere di riferimento. Per quanto riguarda la ricerca anticorpale, si attendono disposizioni dalle ASL e/o dalla regione in merito alla possibilità di poter effettuare tali test anche in laboratori di analisi privati, viste le problematiche relative alla gestione del paziente, al trattamento di eventuali positività, e alla ancora non del tutto definita specificità e sensibilità di tali test.